| Le Guardie lo squadrarono, assonnate. Una di queste portava i capelli rossi, lunghi fino alla nuca, liscissimi, che incorniciavano un volto gentile e leale. L'altra, invece, aveva un aspetto più trasandato, con chiazze sporadiche di barba bionda che crescevano qua e là sul suo viso, più adulto ed esperto di quello del suo compagno. E chi vuole incontrarlo? Chiese con diffidenza quella posta sulla destra. La sua lancia brillava alla luce del primo Sole, così come la sua ferrea Armatura... Arcturus si presentò e, dopo aver atteso qualche minuto, finalmente fu lasciato entrare. La Guardia più giovane si offrì di accompagnarlo fino alla Sala dove, di solito, sedeva Vàesyl. Attraversarono numerose stanze arricchite con arazzi e dipinti, ed alti corridoi in pietra, prima di giungere alla porta lignea che li separava dall'uomo che teneva le redini dell'Impero. Il Soldato, dopo aver bussato energicamente, aprì il portone, annunciando una visita all'Imperatore che, agli occhi del Paladino, parve alquanto annoiato. Ebbene... Tuonò possente Vàesyl dal suo trono lasciando che la Guardia tornasse ai suoi compiti abituali. Mi dica il suo nome, Soldato dell'Impero! Arcturus rimase colpito dalla possente figura di quell'uomo... I suoi occhi azzurri parvero ipnotizzarlo...
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