Azelas |
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| Il solo rumore che udivan le sue orecchie era lo scalpitare dei cavalli. Le loro gambe si agitavano in maniera impressionante, il trotto continuo, privo di interruzioni, era soltanto una cantilena ambigua che rompeva il silenzio che si era creato tra i due. Il ragazzo teneva chino il capo cedendosi alle sue continue perplessità, gli occhi assenti fissavano un punto indeterminato del terreno che scorreva rapidamente. Azèlas si strinse dentro alla sua armatura, decise di lasciarsi alle spalle il passato e di pensare al futuro, a ciò che lo aspettava, ciò a cui il destino andava incontro. Per un attimo squadrò l'uomo con cui ormai aveva condiviso un'amicizia alquanto strana. Bizzarro e misterioso, celato dietro al Nero Mantello che si portava appresso, quell'uomo nascondeva qualcosa. Il Paladino alzò le spalle in segno di menefreghismo, non riguardava se stesso e doveva concludere li i suoi sospetti, cominciò a fissare in avanti fino a quando il tizio gli rivolse parola. Lettere inserite in delle frasi curiose. Perchè quelle domande? Non c'era tempo per porsi il problema, doveva rispondere ...
« Sire, combatto per degli Ideali che mi impongo attraverso una fede ed un orgoglio. Dio mi concede di credere in dei messaggi, messaggi che lui stesso manda e che io ricevo con gioia. Le sue parole per me sono regole di vita, per una questione religiosa mi ritrovo a combattere. Credo e spero nel mio Re, combatto per la patria, per la salvezza di molti innocenti che altrimenti verrebbero abbracciati dalla Morte. No, non voglio questo, io combatto e combatterò finchè il mio corpo risponderà ai miei comandi. Non so cosa mi accadrà in futuro, se riuscirò a raggiungere alti gradi militari o politici, so per certo che Dio mi riserva qualcosa di buono. »
Affermò con onestà Reütschkàpp continuando a guardare in avanti.
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